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Immagine del redattorePaKo Music

LUCIO DALLA come una canzone inizia la sua vita, il "4 marzo 1943".

Eccoci qui con un altro articolo della nostra amica Chiara Feraco. Oggi ci parlerà del grande e indimenticabile cantautore Lucio Dalla.

copertina 45 giri

Marzo è il mese dei grandi artisti e delle grandi canzoni e il primo cantante italiano è proprio lui, il grande Lucio Dalla. Un’artista privo di etichette, eclettico, sempre in grado di sorprendersi e di far sorprendere.

Grazie alla sua curiosità e alla sua maestria è riuscito ad abbracciare diversi generi musicali, a collaborare con tantissimi artisti ottenendo un gran successo. La sua voce non è solo il simbolo di Bologna ma dell’Italia intera.

Tutta la sua vita e le sue esperienze sono raccolte nei testi delle sue canzoni.

Testi complessi, sperimentali, visionari, pungenti, profondi, futuristici, poggiano su composizioni istintive, bellissime, a volte difficili, estremamente coinvolgenti.

A 7 anni perse il padre e questo lo segnerà profondamente.

In quel momento imparò a fare della sua vita un modello di solitudine, a cercarsela, a viverla, come un momento di benessere profondo, necessario per una corretta lettura dell’esistenza.

Il suo cuore era diviso tra il nord e il sud. Questo è il tratto della sua incredibile versatilità, si presentava semplice, quasi a volersi sminuire, altre volte era eccentrico, non seguiva nessuno schema ma solo il suo cuore ed è proprio questo suo modo di essere che lo rendeva diverso da tutti gli altri artisti.

LUCIO DALLA

In lui c'erano due anime, quella nordica (ordinata, efficiente, futuribile, perfezionista, esigente verso sé e verso gli altri) e quella meridionale (disordinata, sensuale, onirica, mistica).

Da adolescente, si appassiona alla musica jazz....grazie a un clarinetto che gli fu regalato e da assoluto autodidatta, impara a suonare lo strumento, esibendosi in alcuni gruppi dilettantistici della città,

Dalla era un poeta che cantava alla luna, un clown dall’occhio ridanciano e malinconico, un viaggiatore delle note, esploratore di nuovi modi di raccontare , un rivoluzionario gentile, un artista visionario e sensibilissimo. Sono solo alcuni dei molti aggettivi che possono provare a raccontare il genio musicale di Lucio Dalla, un artista irripetibile, fuori da ogni classificazione, multiforme, prolifico, unico.

E come una canzone inizia la sua vita, il 4 marzo 1943. Dopo una lunga gavetta nelle balere e nei localini jazz, facendosi le ossa al clarinetto, esibendosi con varie jazz band nei primi anni ’60, Lucio Dalla comincia a farsi notare.

È diverso , ha un’aria stralunata, uno strano modo di cantare, con fraseggi nonsense, simili allo scat, si indovina in lui un talento obliquo, del tutto differente dalle mode musicali imperanti in quel periodo, e che lo portano ad esplorare generi diversi, il pop, il soul, e il jazz.

Il primo marzo di otto anni fa si trovava a Montreux, in Svizzera, quando fu colpito da un attacco cardiaco. Qualche giorno dopo, il 4, avrebbe compiuto 69 anni. Si trovava lì per una serie di concerti. Stava bene, era andato a dormire sereno.Il mattino aveva fatto colazione e un paio di telefonate e dopo....e dopo sopraggiunse il malore. Era in perfetta salute, non vi era alcun segno di stanchezza o un segnale che non fosse in forma....ecco perché la notizia della sua morte fu scioccante.... perché giunse inaspettata.

Quel viaggio da Zurigo a Montreux fu il suo ultimo viaggio . Dopo il Festival di Sanremo, era impegnato da pochi giorni in un tour internazionale che avrebbe concluso a Berlino. L’infarto lo colpì in albergo. Lucio Dalla in quei giorni, appariva tranquillo, ottimista, allegro, pieno di progetti, con un grande voglia di sperimentare nuovi territori..... poi l’attacco cardiaco lo ha ucciso. Ma neppure lui è stato risparmiato dai complottisti. Quella dell’infarto a loro sembrò una spiegazione troppo “banale”. Pochi giorni dopo la morte del cantante cominciarono a parlare di un avvelenamento alimentare. Sarebbe quindi stato ucciso a Montreux perché questa sarebbe una città massonica, casa madre dei Cavalieri Templari. Ne parlò Giornalettismo, riportando alcune teorie dei complottisti, come quella della rosa deposta sulla bara, “simbolo di affiliazione massonica”.

Lucio Dalla

Ma a noi in fondo non interessa il come e il quando, la cosa più triste è che un talento così grande se ne sia andato, così .... inaspettatamente e in silenzio.

Quel piccolo grande uomo continua e continuerà a luccicare in quel mare di Surriento e nella nostra vita.


 

4 marzo 1943 - Lucio Dalla (video live)


 

Per ascoltare Lucio Dalla sui vari Digital Store


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