Il nostro amico Massimo Comi questa volta si è occupato del brano di un cantautore arrivato direttamente dal palco di X-Factor2020, "Non mi basta" di Dylan.
Devo ammettere che, quando sento le note di un pianoforte all'interno di una canzone, mi appassiono immediatamente ad essa, perché è uno dei miei strumenti preferiti, in grado come pochi altri di comunicare sia la gioia che lo struggimento, insiti in una storia narrata in un brano.
Nella canzone “Non Mi Basta” di Dylan le note del pianoforte sono accompagnate da un'essenziale beat elettronico: la combinazione di questi due elementi ben caratterizza il messaggio di cui il brano vuole farsi portatore, creando un'atmosfera malinconica e nostalgica, ma che lascia spazio anche alla speranza di poter vivere una nuova vita, anche senza l'amore di una ragazza che per un certo periodo si pensava potesse essere eterno.
Mi è piaciuta molto l'immagine delle nuvole, che per Dylan simboleggiano un ricordo importante della relazione che si è da qualche tempo conclusa: la ritengo molto poetica ed evocativa, e mi spinge ad immaginare i due innamorati, nei tempi in cui la loro relazione era autentica, intenti ad osservare con aria sognante il cielo, sdraiati sull'erba di un prato in fiore.
Nella canzone sono condensati tutti i pensieri, tutte le sensazioni e tutte le emozioni legate ad una storia d'amore ormai finita: Dylan dice che “la fame” per la ragazza che lo ha lasciato così all'improvviso non è ancora sopita del tutto, ma che nonostante questo lui è intenzionato ad andare avanti, perché ciò che lei gli offriva e che gli sembrava un sogno ad occhi aperti adesso non basta più.
Il brano serve all'artista ad esorcizzare e a lavare via il veleno che gli ha lasciato nelle vene un rapporto terminato così bruscamente, a causa, come ha avuto modo di scoprire poi, di un altro ragazzo.
La dolcezza del sottofondo musicale fa da contraltare alla durezza del testo, attraverso il quale Dylan non fa sconti alla sua ex ragazza: molto simbolico e tagliente il verso “Dimmi come stavi quando mi mentivi, mi tenevi accanto mentre mi tradivi”, che secondo me è uno dei punti focali attorno al quale ruota l'intera canzone.
E' evidente che la storia che si è conclusa ha lasciato più di qualcosa dentro all'animo dell'artista, una sensazione di mancanza iniziale, che si è poi trasformata in un senso di più piena consapevolezza che è possibile ottenere qualcosa di più da una relazione con una ragazza.
Il bello della musica è che permette a chiunque abbia un'anima forte e ricettiva agli stimoli di esternare tutto quanto c'è di negativo nella propria esistenza, fungendo da vera e propria valvola di sfogo dei sentimenti e del dolore che si è provato.
Sono convinto che, quando una canzone parla di un'esperienza di vita vissuta, risulti ancora più convincente, ancora più forte, perché trae linfa vitale da ciò che un artista si ritrova a vivere sulla propria pelle.
Ovviamente l'esperienza di vita vissuta può anche essere di altro genere rispetto ad un rapporto d'amore: per esempio, può essere legata alla negazione di un diritto che si ritiene di dover possedere perché si è esseri umani, negazione che attraverso la musica viene trasformata in rivendicazione.
Penso che parlare della propria vita mediante la musica e le parole sia uno dei modi migliori per rinascere come esseri umani e ricominciare una nuova storia, dimenticando ciò che è avvenuto in passato e focalizzandosi su quello che potrà accadere nel futuro, se si ha la ferma volontà di lasciarsi il passato stesso alle spalle, per farsi illuminare dai raggi del sole di un nuovo futuro.
Ammetto che, se incontrassi Dylan per un'intervista, la prima domanda che gli farei sarebbe incentrata sul verso della canzone “E non mi pare che sia normale dover scambiare chi ti amava a chi ti ha fatto del male”, perché, pur sforzandomi, non riesco ad intuirne appieno il significato: l'artista vuole dire alla sua ex ragazza che lui l'amava veramente, mentre il suo nuovo compagno di vita la tratta male? Oppure vuole mettere in evidenza il fatto che lei lo ha lasciato perché non credeva più che lui l'amasse ma che invece le facesse del male?
Interpretazioni del testo a parte, ciò che conta veramente è che Dylan, anche attraverso “Non Mi Basta”, abbia trovato una sua dimensione e possa utilizzare questa brutta esperienza che ha vissuto come qualcosa che lo rafforzi nel carattere e lo renda più consapevole di sé stesso.
Il titolo stesso è estremamente significativo in questo senso: l'artista si è reso conto che ciò che gli dava la relazione con la sua ex ragazza non era sufficiente, che lui vuole e desidera qualcosa di più, e adesso vive per ottenerlo.
Quanto alla voce, si capisce fin dall'inizio che appartiene ad un ragazzo giovane, e che quindi ha ampi margini di crescita: devo comunque dire che mi piace molto, perché riesce ad essere raffinata, delicata e carezzevole, ponendosi un po' in contrasto con il testo al veleno della canzone. Altre caratteristiche che riscontro nella vocalità di Dylan sono la purezza e l'innocenza: egli riesce a trasmettere un senso di candore, esprimendo pienamente il colore della propria anima, che identifico con il bianco, che deriva dalla sintesi di tutti gli altri colori ed è appunto simbolo di qualcosa di immacolato, senza brutture e falsità.
Ascoltandolo cantare, mi chiedo come possa aver fatto la sua ex ragazza a lasciare un'anima così candida e pura: tante volte, sono proprio le anime più candide e pure a pagare i maggiori dazi e a subire i maggiori dolori dalla vita.
L'importante è, come dimostra di aver fatto Dylan, essere in grado di superare tutte le avversità e le cattiverie che si subiscono, pretendendo dalla propria vita sempre qualcosa in più.
Spero vivamente che la prossima ragazza che incontrerà Dylan possa fargli dire “Mi basta”.
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