La recensione di oggi, a cura di Massimo Comi, parlerà dell'ultimo singolo dell'artista calabrese Mario D'Alio.
"Colpisce l'orecchio dell'ascoltatore la particolare voce dell'interprete, che mostra autenticità e completa dedizione all'amata..."
Il singolo di Mario D'Alio ci dimostra come a volte si possa dichiarare il proprio amore con parole semplici, dirette, ma non banali.
La base musicale rispecchia pienamente l'intento del testo, essendo piuttosto semplice, con un sostrato di chitarra acustica e degli intermezzi di chitarra elettrica.
Colpisce l'orecchio dell'ascoltatore la particolare voce dell'interprete, che mostra autenticità e completa dedizione all'amata: viene ripetuto quasi ossessivamente un verso, cioè
“L'unico amore sei tu per me/non faccio altro che pensare a te”.
In effetti può sembrare un po' banale e privo di una particolare fantasia, ma a mio parere l'intento del cantante è quello di mostrare i propri sentimenti nel modo più diretto possibile, senza complessi giri di parole, ma con qualcosa che viene direttamente dal cuore, in modo spontaneo.
Mario fa quindi parlare direttamente il proprio cuore, che si svela alla propria amata in modo completamente libero da vincoli e costrizioni: le parole che esprimono i suoi sentimenti fluiscono leggere e parlano di tempeste e tormenti.
E' probabile che il cantante senta di avere qualcosa da farsi perdonare e che con questa canzone voglia esprimere il proprio pentimento attraverso dei versi che arrivino direttamente al cuore della propria ragazza, che colpiscano il bersaglio con sicurezza ed efficacia: a volte le dichiarazioni d'amore più semplici sono le più belle e le più appassionate.
Un altro elemento di rilievo è il breve assolo di chitarra, che si svolge verso la fine della canzone, andando ad arricchire di significato il messaggio insito nel testo.
Il ritmo del brano nelle strofe è piuttosto compassato e prende maggiore abbrivio durante il ritornello e nella parte finale, in cui Mario chiede perdono nel modo più sincero ed immediato possibile, non riuscendo a capire perché l'amata se ne sia andata: lui vuole che lei gli resti sempre accanto.
Onestamente, penso che a volte, in amore, troppe parole complesse nel chiedere perdono costituiscano una sovrastruttura non necessaria: spesso sono sufficienti poche e semplici frasi per mostrare tutto il proprio struggimento e, in certi casi, si rivela una strategia più efficace non far pensare molto il cervello, ma far muovere il cuore.
Nel complesso, quella di Mario si rivela essere una buona canzone d'amore, senza elevati picchi poetici, ma anche senza eccessive banalità.
La sua durata è standard, perché tre minuti e mezzo sono più che sufficienti per comunicare tutto ciò che il cantante sente e percepisce nel proprio cuore, ribadendo più volte il concetto principale, per fare in modo che la persona amata lo comprenda appieno e lo interpreti positivamente.
Qualcuno potrà pensare che ripetere quasi ossessivamente una stessa affermazione possa risultare stancante e prolisso, ma francamente credo che l'intento di Mario sia quello di liberare il proprio cuore da un peso che lo opprime, effettuando una vera e propria catarsi ed esternando senza limiti e costrizioni tutto quello che sente dentro.
Da parte mia, sono piuttosto curioso di sapere se questa canzone sia riuscita o meno a risolvere la situazione ed a riallacciare il rapporto: può anche darsi che il cantante non sia il diretto protagonista della situazione descritta nel brano, ma che canti facendo le veci di qualcun altro, che ha avuto un'esperienza amorosa abbastanza dolorosa, di cui Mario è stato testimone.
In entrambi i casi, ciò che conta è che la musica ed il canto siano stati dei mezzi per esprimere delle sensazioni che il cantante o chi per lui sentiva il bisogno di esternare, per purificare il proprio animo e cercare di risolvere una situazione complessa, che coinvolgeva il cuore ed i sentimenti più profondi del protagonista.
Di certo, Mario ha scelto gli strumenti migliori per farlo.
Mario D'Alio "L'unico amore" - video topic
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bella recensione