La recensione di oggi a cura di Maida Bovolenta parlerà di un brano molto importante, molto attuale, tratto dall'album "Profumi di vita" del giovane artista romano Grossover. La canzone intitolata "Immigratitudine" con featuring Skuba Libre. Noi di PaKo Music vi invitiamo a leggerla e condividerla (come tutti gli articoli pubblicati) ma soprattutto ad ascoltare questo brano, vi farà riflettere.
Nuova canzone, nuovo testo intitolato “Immigratitudine” per il rapper Grossover che tratta argomenti molto attuali. Con un ritmo spesso incalzante e in piccole parti melodiche, l’autore tocca gli aspetti di una realtà che coinvolge il nostro Paese da diversi anni.
Attraverso i suoi versi giustifica l’azione di chi, purtroppo, deve abbandonare la sua terra e condanna chi reagisce “all’invasore” con violenza.
“Il colore della pelle non quantifica un quoziente intellettivo Chi lo critica ha avuto un passato diseducativo Se gli attacchi verbali son sinonimo d'ignoranza Quelli fisici sono un’illogica devianza!”
Nello stesso tempo, ribadisce il concetto che se non vuoi essere giudicato come un “alieno“ quando vai a cercare lavoro oltre il confine, nello stesso modo non devi biasimare chi viene in Italia con buoni propositi.
Il colore della pelle è spesso utilizzato come movente per classificare una persona come soggetto negativo, ma l’artista ci ricorda che:
“Ma se gli africani non si fossero uniti agli americani Non avremmo il Jazz e il Blues tra i generi musicali!”
E, soprattutto:
“Che da bianco e nero nasca l'arcobaleno!”
Sottolinea, inoltre, l’ignoranza di chi vede lo straniero sempre e solo come il cattivo, senza dimenticarsi che i reati commessi sono spesso più a carico degli italiani: “Tutti quanti siamo in grado di sbagliare:
Ma i loro reati qua non fanno un terzo del totale!”
Lo scambio di culture può e deve essere un arricchimento, quante cose diamo per vere solo perché le sentiamo al telegiornale?
“ringrazio chi mi migliora, la chiamo “Immigratitudine”!”
Forse anche questa resterà un’utopia, ma perché non sperare che possa un giorno diventare così?
Un testo sicuramente positivo, che invita alla fratellanza, al guardare oltre.
Purtroppo, è anche facilmente criticabile, soprattutto da chi:
“Gente che di cultura ha lacune E crede che “Isis” e “Islam” siano uguali per 2 lettere in comune!”
La terza strofa di Skuba Libre è diretta e decisa, scocca l’arco e la freccia raggiunge il bersaglio.
Sottolinea e affonda chi credendosi più furbo e più scaltro, fa “buon viso a cattivo gioco” con promesse che poi si rivelano menzogne create ad oc per ottenere consensi elettorali, soprattutto in un’epoca così socialmente attiva.
Uomini che sfruttano il momento, la situazione, per far passare inosservato ciò che realmente accade nel nostro Paese. Oserei dire che è un featuring fondamentale per questo brano.
Skuba Libre:
Io faccio parte della parte del mondo evoluta
Che ha preso con la forza l'altra parte e dopo se l'è rivenduta
Che ha messo dei confini e poi gli ha dato un nome
Soltanto per l'emozione di sentirsi chiamare “Padrone”
Io faccio parte della parte che sfrutta
Che li aiuta a casa loro, ma casa glie l'ha distrutta
Così convinta di avere ragione
Che se non c’è connessione non ha più un’opinione. (Eh)
Nel mio paese non accolgono nessuno
E se lo fanno è per qualche tornaconto
E perfino quando stai morendo in mare
Si domandano se c'è qualcosa sotto
E mentre l’Africa diventa una discarica
Con una ninna nanna cantata da un'arma carica
Noi difendiamo spiagge talmente italiane
Che i politici ci vanno a ballare in campagna elettorale
Non mi resta che fare i miei complimenti agli artisti, per il coraggio avuto nell’esporre le proprie idee e per la speranza che infonde di avere un giorno un mondo migliore.
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Testo: Grossover e Skuba Libre
Ricordiamo che essendo entrambi rapper hanno scritto il testo della propria parte cantata. Linea Melodica di Grossover Produzione di Grossover e The Artisans Grafica : ZEEP
Studio di registrazione: IL PIANO B PROGETTI SONORI
Immigratitudine - Grossover (feat. Skuba Libre)
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Bravissimo!
Avevo ascoltato la canzone nelle vostre playlist, davvero profonda. Bellissima recensione