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Immagine del redattorePaKo Music

Recensione di “Breath (the Air is not Enough)” di Giusy Minervino

Nuova recensione a cura di Massimo Comi. Oggi ci parlerà dell'inedito della cantautrice Giusy Minervino. La sua voce rock capace di sottolineare un testo con un'anima delicata. Un testo importante e di grande sensibilità.

copertina "Breath (the air is not enough)"

Si tratta sicuramente di una canzone molto potente ed evocativa, il cui sound mi ricorda gli Evanescence più “duri” e gli Apocalyptica.

La voce di Giusy penso che non abbia bisogno di molti aggettivi: secondo me, ha una particolarità, cioè quella di possedere una timbrica “lirica”, quasi da soprano, che, inserita all'interno di un brano hard rock, fa un certo effetto.

Il suono delle chitarre è piuttosto pesante, massiccio, e fa entrare l'ascoltatore in un'atmosfera quasi “Gothic”, un'atmosfera affascinante e densa di mistero.

E' difficile non essere catturati e rapiti dal qualità complessiva del brano e del cantato, in cui il contrasto fra la melodia tenebrosa e la voce quasi da opera riesce secondo me a spiazzare, almeno al primo ascolto. Poi, con gli ascolti successivi, si entra sempre di più nello spirito del brano e se ne assimilano le peculiarità e le caratteristiche distintive.

E' poi innegabile che la canzone sia in grado di fornire una buona dose di carica e grinta: secondo me, potrebbe benissimo essere utilizzata dagli atleti durante le loro sessioni di allenamento, ma anche dalle persone comuni, che la mattina o la sera vanno a correre, perché è estremamente motivante.

Giusy Minervino in concert

Il titolo del brano, poi, è a mio parere piuttosto evocativo, perché invita a respirare, anche se l'aria disponibile sembra non essere sufficiente: il testo è in qualche modo autobiografico, perché è legato ai momenti passati dalla cantante al capezzale della madre, che faceva fatica a respirare, pur essendo attaccata ad una bombola di ossigeno.

Attraverso questa canzone, molto forte e potente, Giusy ha voluto ricordare ed omaggiare il carattere forte e resiliente della madre, dimostrandole affetto nel solo modo che conosce, cioè attraverso la musica ed il canto.

Non è un caso che la nostra interprete abbia studiato canto lirico e sia appassionata di hard rock ed heavy metal: come ho già avuto modo di dire, le sue due passioni, che sono poi due diversi stili musicali, si mescolano alla perfezione all'interno del brano, creando un'atmosfera che al primo ascolto può “sconvolgere” un po', ma che poi dà grandi soddisfazioni e fornisce una maggior forza per affrontare la vita e gli ostacoli che ci pone davanti.

La cantante non hai mai fatto mistero di possedere una certa passione per la mescolanza di diversi generi musicali, e questa canzone ne è una vivida testimonianza.

Sembra che Giusy abbia voluto esorcizzare il lutto subito con la forza della musica, esternando in modo completo e spassionato tutte le proprie sensazioni: la canzone appare come uno strumento di liberazione del cuore e dell'anima, che risultano sgombri da ogni vincolo materiale e spirituale ogni volta che lei canta.

Mai come in questo caso la musica ed il canto mi sembrano una vivida espressione dell'interiorità, di ciò che si sente dentro e che si vuole esternare per condividerlo con chi ha un animo ricettivo e pronto.

Giusy Minervino durante una serata

Il testo è altrettanto evocativo del titolo, oltre ad essere commuovente: la cantante dice che è venuto il momento di sentirla piangere, di trovare una ragione che non si riesce a trovare.

La sua mente e la sua anima si sono perse, chiede alla madre di respirare, nonostante la morte sia presente e sia arrivato il momento per la madre stessa di volare via.

Giusy dice di sentirsi sola, di sentire la mancanza della voce di sua madre, che era in grado di sorreggerla e calmarla: il cuore della persona che le ha dato la vita ha cercato di continuare a battere per le persone che amava e la madre si è dimostrata forte fino alla fine.

Si tratta del racconto di un'esperienza dolorosa, che ha segnato la vita dell'artista, un'esperienza che in qualche modo si deve esorcizzare, elaborare: scrivere una canzone su di essa può risultare un buon modo per farlo, anche se il dolore per la perdita è difficile da cancellare.

La canzone è un vivida testimonianza del potere che la musica possiede: può essere un balsamo per le ferite del cuore, una cura che allevia il dolore, qualcosa che dà la forza per continuare a vivere nonostante tutto.

L'ascolto di questa canzone non ha fatto altro che confermare in me l'idea che la musica abbia in sé delle potenzialità illimitate, sia a livello melodico che a livello testuale: ci permette di esprimere in modo estremamente efficace tutte le sensazioni che abbiamo dentro di noi in un certo momento, e questo non è sicuramente poco.


 

Giusy Minervino - Breath (The Air Is Not Enough)

 

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