L’intervista di oggi è a un artista pop che risiede in Germania. Conosciamo già questo artista, essendo già presente nelle nostre playlist da un po' di tempo. Lui è un cantautore, compositore e polistrumentista. I suoi brani raccontano di sé, della sua vita e dell'amore.
Ciao Tony, benvenuto sulle pagine di PaKo Music.
Presentati ai nostri lettori e raccontaci un po’ come ti sei approcciato al mondo della musica?
⁃ Come abbiamo accennato prima, sappiamo che vivi in Germania, però sei italiano, giusto? Come ti trovi lì e soprattutto, quali differenze noti tra il mondo artistico in Italia e da te?
Si, sono italiano. Sono nato qui in Germania ma sono cresciuto in Italia esattamente in Piemonte. Per questo motivo posso rispondere con certezza alla tua domanda sulla differenza tra il mondo artistico dei due paesi. Qui in Germania è molto apprezzata la musica italiana, soprattutto i brani di Ramazzotti, Zucchero e Nek ma anche artisti più datati come Celentano, Tozzi, Albano, Ricchi e Poveri o artisti che hanno portato la musica italiana ai vertici della musica internazionale, tipo Carosone e Modugno. Quindi hanno un grande rispetto verso la nostra cultura musicale, cosa che purtroppo in Italia spesso viene snobbata dagli addetti ai lavori. Noi abbiamo delle eccellenze che purtroppo restano in sordina, non vengono giudicati per quello che sono e per quello che potrebbero offrire al nuovo panorama musicale. Forse perché troppo vecchi, o forse perché sono un po' troppo OLD. Mi sono sentito dire da un produttore molto conosciuto che superati i 28 anni di età si è troppo vecchi per far CASSA. Qui non è cosi, non ancora perlomeno. Ho conosciuto artisti che hanno conosciuto il successo anche a 50 anni, riuscendo ad attenere un contratto discografico con la Warner Bros Universal. Certo, l’artista in cui mi riferisco, ha una voce molto particolare, ed è proprio questa la differenza tra il mondo artistico italiano, e oserei di dire, e quello del resto del mondo. Le case discografiche in Italia si basano soprattutto sul profitto a lungo termine, tralasciando gli aspetti artistici e umani del singolo “Prodotto”, perché è questo secondo me ciò che cercano, un Prodotto che crea profitto.
⁃ Quali sono gli artisti che apprezzi di più e che ti hanno portato a diventare un musicista?
Ho scoperto di saper cantare alla fine degli anni `80, quando venni a stare un po’ di tempo in Germania. Ero un ragazzino che andava in giro ascoltando con il Walkman e le cuffiette arancioni le cassette di Eros Ramazzotti. Mi mancava la mia famiglia e c’era una canzone in particolare che mi faceva piangere mentre la canticchiavo, quella canzone era ciao pa` di Eros Ramazzotti. Cantando quella canzone scoprì che sapevo cantare e soprattutto capì la potenza della musica in termini di sentimenti. Da quel momento sapevo che la musica avrebbe avuto un significato molto importante nella mia vita. Tornato in Italia ho cominciato a coltivare questa nuova passione formando la mia prima Band. La mia ispirazione veniva dalla musica di Luciano Ligabue. Ho seguito il Liga fin dai suoi primi concerti con i ClanDestino. A proposito di Ligabue vorrei raccontare un aneddoto. Ricordo ancora come se fosse ieri, il concerto di Ligabue che tenne a Robbio Lomellina in una festa di paese, c’erano più o meno 150 persone. Io ero proprio sotto il palco. Essendo basso di statura, avevo un po`di difficolta a godermi lo spettacolo. Il bassista lo notò e mi fece salire sul palco, dicendomi di stare a fianco del suo amplificatore. Fu bellissimo e indimenticabile per me. Da quel momento ho seguito i concerti di Ligabue fin dove potevo ed ho imparato ad amare la sua musica e la musica in generale. Tornando alla tua domanda posso dire che gli artisti che più apprezzo sono Eros Ramazzotti e Luciano Ligabue.
⁃ Solitamente dai più importanza ai testi o alla musica?
Secondo me bisogna dare importanza ad entrambi. Sia la musica che i testi devono essere combinati in tal modo da esprimere dei sentimenti ben precisi. Ci sono delle componenti musicali che portano a scrivere testi tristi e altri testi felici. Certo è, che la musica e le sue frequenze sono in grado di attivare nel cervello i neuroni dei sentimenti, tant’è vero che alcuni artisti hanno la capacità di far venire la pelle d’oca o a far piangere emanando dei suoni dalla propria voce in tal modo da attivare proprio quei neuroni che pocanzi descrivevo. Però se sono accompagnati con testi fuori luogo o poco appartenenti al contesto musicale, la musica può perdere la sua magia.
⁃ Parliamo del tuo ultimo inedito, “Ritornerai da me” ti va di raccontarci di cosa parla e com’è nato questo pezzo?
Ritornerai da me nasce da una mia esperienza e da un momento molto difficile della mia vita. Il brano descrive la speranza e la lotta per di riavere mia figlia, portatomi via dalla madre. Quel momento fu devastante per me, avevo paura di non poter mai più rivedere mia figlia, ma soprattutto non volevo che mia figlia crescesse senza l’amore di un padre. Questa paura però mi diede la forza di lottare senza mai perdere la speranza. Il testo del brano però ho cercato di scriverlo dando la libertà di poter essere interpretato in vari modi possibili, senza dare alcun riferimento al soggetto.
⁃ Invece i due brani precedenti di cosa parlano? “Ascoltami” e “Amore e libertà” come sono nati? Pensi di fare anche l’album?
Ascoltami fu il mio primo singolo, la mia prima produzione. Questo brano descrive i primi momenti vissuti quando conobbi la madre di mia figlia. Lei viveva lontano da me, e quando mi venne a trovare fui felice perché credevo fermamente che avrei trovato la donna della mia vita. Quando tornò a casa sua, pianse e mi sentii male, ma nello stesso tempo ero felice perché nessuna aveva pianto per me. Ed è li che ho creato questa canzone.
Amore e libertà invece è nata dalla mia attuale storia d’amore. Dopo anni di delusioni avevo quasi perso la speranza di trovare la mia anima gemella. Mi ero dedicato unicamente a mia figlia, tralasciando il mio futuro e tutto ciò che riguarda la parte sentimentale. In ogni storia nuova che vivevo mi sentivo oppresso e legato da un qualcosa che stentavo a riconoscere. Non mi sentivo libero di amare. Fino a quando ho conosciuto la persona che oggi è diventata mia moglie. Con lei ho imparato ad amare e soprattutto di essere libero di amare sia lei che mi figlia, anche se sono amori diversi sono entrambi importanti, come lo sono loro per me. Come avrai notato i miei brani raccontano la mia vita, e sto lavorando ad un album dove raccoglierà i vari momenti percorsi da essa. ⁃ Quando scrivi una canzone a cosa pensi, dove prendi ispirazione e soprattutto cosa vuoi comunicare con la tua musica?
Quando scrivo una canzone penso esclusivamente a ciò che voglio comunicare e prendo spunto dal mio cuore e da ciò che sento in quel momento. Ciò che voglio comunicare è la speranza e la voglia di vivere che ognuno di noi deve sempre avere e che non devono mai essere messi da parte, perché solo con loro si riesce a vedere oltre.
⁃ Se avessi la possibilità, parteciperesti al Festival di Sanremo?
Sinceramente non lo so. Io credo che oggi il Festival di Sanremo abbia perso l’importanza che aveva ai tempi di Pippo Baudo. Fu lui che inventò il Sanremo Giovani, con il chiaro obbiettivo di far rinascere la musica d’autore italiana. Io credo che oggi il Festival di Sanremo venga usato solo ed esclusivamente a scopi promozionali. I giovani talenti ci sono ma vengono surclassati dai “nuovi artisti” provenienti dai Talent Show. Ci sono giovani artisti e talenti che meriterebbero, anche più di me, di avere più spazio in questo tipo di manifestazioni. Quindi diciamo che la possibile partecipazione al Festival di Sanremo non fa parte delle mie priorità.
⁃ Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Andrò avanti con le mie produzioni fino a che avrò prodotto il mio album. Poi continuerò a comporre e produrre nuovi brani indipendentemente dal successo che potrei avere o no. Uno dei miei obbiettivi è la composizione e la produzione di musica per altri artisti, cercando di tramandare la mia esperienza. In questo momento mi sto creando uno studio di registrazione e penso che dopo l’uscita del mio album mi concentrerò proprio su quello. Poi se nel frattempo succederà qualche cosa di positivo con la mia musica… Sono aperto a tutte le evenienze.
⁃ Stiamo vivendo un periodo storico tutti quanti, sotto diversi punti di vista. Il covid19 ci ha obbligato a rimanere a casa per due mesi circa e ancora non è finita, anzi… Come la stai vivendo come artista e come persona?
Fortunatamente ho un lavoro fisso dove mi permette di mantenere me e la mia famiglia, quindi non la vivo proprio malissimo. Certo che le regole vigenti sul contenimento di questo virus, rende la vita sociale e professionale difficile. Ho perso molte possibilità di potermi esibire sia come Tony Toma sia con la mia Cover Band. Con la Cover Band suoniamo musica da festa, Latin Rock precisamente, tipo Santana, Marc Antony, ma anche musica latina come Samba o Reggaeton o altri. Quindi mancando questo tipo di feste abbiamo perso praticamente un anno di entrate, e ancora non è finita.
⁃ Siamo arrivati a fine intervista, questa domanda la lascio sempre a scelta… C’è qualcosa che non ti ho chiesto ma avresti voluto ti chiedessi? Hai la libertà di farti una domanda e risponderti.
È difficile porsi domande da soli, ma credo che una domanda me la farei. Tu credi in ciò che fai? Si ci credo fermamente, anche se noto che in realtà esistono talenti veramente bravi e meritevoli, anche più di me, di avere successo. A volte mi fa rabbia e mi demoralizza vedere personaggi in TV che non meritano di essere li e che vengono acclamati come artisti. Ma la musica fa anche questo, rende possibile ciò che sembra irraggiungibile. Ed è per questo che io vado avanti per la mia strada, perché la speranza e la voglia di raccontare, mi daranno la forza di continuare a scrivere.
Tony Toma - Ritornerai da me
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