Oggi abbiamo il piacere di intervistare un musicista di Agrigento, siciliano verace. Un giovane trentunenne, Giovanni Croce.
La sua musica è particolare, oserei direi eclettica, bisogna solo mettersi comodi e ascoltarla. Strumentista, chitarrista dei generi più distanti e controversi tra loro.
Adesso diamo la parola a lui...
Ciao Giovanni, grazie per esser entrato a far parte delle playlist di “PaKo Music” e di aver portato il tuo sound particolare anche a noi.
⁃ Presentati brevemente e spiegaci come ti sei approcciato alla musica, al tuo strumento e a questo genere?
Ciao, sono Giovanni Croce e sono un musicista. Mi sono approcciato alla musica sin da ragazzino, mio padre mi faceva addormentare con i dischi dei Pink Floyd, Deep Purple, e anche Barry White. Intorno ai 15 anni iniziai a imparare a suonare la chitarra grazie ad un mio cugino che mi diede le prime lezioni. Più che a un genere mi avvicino proprio a dei principi d’estetica musicale; se mi piace l’idea può essere Jazz, rock, blues, country fino alla classica, apprezzo in egual misura.
⁃ Spiegaci un po’ come nascono i tuoi brani, non hai un solo genere ma spazi abbastanza con lo strumento.
I miei brani nascono con ispirazione dovuta al fatto che faccio molte letture, dalla filosofia, alla psicologia ecc.. In più ascolto veramente tanta musica da Chopin a Miles Davis, da Muddy Waters a Bach, oppure ancora da Bill Evans, ad arrivare all’Hip Hop americano che apprezzo molto.
⁃ A quale genere ti senti più vicino, o meglio, a quale genere pensi di appartenere di più?
Non lo so, come ho detto prima, io vorrei sentirmi in stile contemporaneamente a tutte le correnti musicali, veramente non saprei.
⁃ Ti ispiri a qualcuno o a qualcosa quando componi i tuoi brani?
Mi ispiro molto osservando la natura ascoltando i suoi “concerti”. Non c’è un personaggio in particolare a cui mi ispiro malgrado ne apprezzo tantissimi, e opposti tra loro.
⁃ Come ti sei avvicinato al tuo strumento? Hai qualche compositore di riferimento?
Non so neanche questo, è nato tutto in modo naturale. Mi ha ispirato la chitarra, ne ho acquistata una e ho iniziato. Ho tantissimi compositori di riferimento, ma non li elenco perché sono veramente tanti.
⁃ Se dovessi scegliere un brano, tra i tuoi, quale considereresti il più riuscito?
Sicuramente è “Non lo sò”
⁃ Qual è la soddisfazione più grande che ti ha regalato la musica e la delusione più grande che ti ha procurato, se ce ne sono state.
Penso che questo ormai faccia parte della mia quotidianità. Tante soddisfazioni, la delusione più grande è che in Italia, tante volte non si da il giusto peso alla musica.
⁃ Raccontaci de “Il Teatro Onirico”, com’è nata, di cosa parla…
“Il teatro Onirico” nacque così, mentre finivo di leggere un libro di Freud, chiusi il libro e iniziai a fischiettare il motivetto, presi la chitarra e iniziai a suonarlo. Il libro è “Il sogno e la sua interpretazione”.
⁃ Hai già qualche altro progetto in vista? Cosa farai quando si potrà tornare ad essere veramente liberi?
Di riprendere a fare live sia con le mie cose, che con altri miei sodalizi artistici, e forse ho in testa di registrare un brano, ho molte bozze da parte.
⁃ Un’ultima domanda che sto facendo a tutti gli artisti che stiamo intervistando.
Siamo in piena emergenza a causa del Coronavirus, abbiamo sentito molti artisti appellarsi al governo chiedendo delucidazioni su quando e come poter ripartire a fare serate, concerti e così via… Vorrei sapere anche il tuo pensiero.
Diverse associazioni si stanno appellando allo Stato per dar voce alla musica rivalutando anche il peso dei musicisti, spero si arrivi ad un buon risultato.
- Domanda a scelta… C'è qualcosa che non ti ho chiesto ma avresti voluto ti domandassi?
Chi me lo fa fare “di continuare a fare musica”?
Non lo so, qualcosa però mi muove verso questa direzione.
Giovanni Croce - Non lò sò
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Che musicista... bravissimo